Concorso Letterario "Federico Ghibaudo"
3° Classificato

 

LA FAMIGLIA E L'AMICIZIA
di Arianna Ferrario 1^G

Pioveva a dirotto nella grande foresta e il piccolo Buck, coniglietto bianco di tre mesi, si puliva le orecchie nel caldo della sua tana, al sicuro vicino alla madre e al papà e ai piccoli fratellini che dormivano in un angolo.
Osservava interessato ed incuriosito come le foglie si piegavano sotto la pioggia, e tutto sembrava diverso, ma un momento, cosa c'è sotto il fungo? Sembrava che si muovesse, quasi tremasse. Il piccolo Buck si sporse in avanti, ma non riuscendo a vedere niente sgattaiolò fuori dalla tana e raggiunse velocemente il fungo.
Sotto, bagnato e infreddolito, c'era un piccolo scoiattolo impaurito dall'arrivo del coniglietto, con gli occhi piccoli e scuri osservava Buck, che si fece avanti: "Ciao, come ti chiami?" Lo scoiattolo si nascose dietro alla propria coda, "Non lo sò" Buck si grattò l'orecchio "Come non lo sai? I tuoi genitori non ti hanno dato un nome?".
Lo scoiattolo guardò in basso, poi con occhi tristi rispose "Ma chi sono i genitori?" Buck si meravigliò "I genitori, la mamma e il papà, sono loro che ti hanno creato" Lo scoiattolo si sedette "Io prima vivevo con una creatura simile a me, che si privava del cibo per darmelo, che mi teneva al caldo e che mi amava, di notte quando il gufo volava nel cielo e io avevo paura, mi cullava ed io ero sicuro che fra le sue braccia nessuno mi avrebbe fatto male".
"Ma pochi giorni fa un essere, con due zampe lunghe su cui si muoveva, un corpo tozzo e due zampe che non usava per camminare ma per tirare dei sassi, ha colpito la mia amica. Lei è caduta e si è addormentata, non si è più svegliata. Io dal mio nido gli ho buttato delle foglie per coprirla, ma non le afferrava. Lei si è addormentata felice, e se uno si addormenta felice penso sarà felice per sempre. Infatti nè la pioggia nè il vento le danno fastidio, dorme lì tranquilla, niente sembra farle male, nè il gufo, nè la notte, così per raggiungerla mi sono buttato, ma il vento mi ha trasportato qui e ho paura"
Buck piegò le lunghe orecchie "Quella forse era la tua mamma, anch'io ne ho una, mi vuole bene, e te ne vorrà anche a te, vieni te la presento, così non sarai più solo. Forse ho capito che cosa è successo alla tua amica, è successo anche a un mio fratellino, certe volte mi chiedo perché non mi risponda, ma sono più contento quando lo vedo sereno, lì immobile, quel sorriso vorrei averlo anch'io, quando ho paura, quando la terra trema, quando mi sveglio spaventato, allora capisco una cosa, per avere sempre quel sorriso bisogna essere in due. Ti và scoiattolo di diventare mio socio nel capire il mondo? I grandi fanno comunella e noi cuccioli dobbiamo aiutarci a vicenda per crescere".
Si strinsero il codino e sembrava quasi che la pioggia non li bagnasse.