Concorso Letterario "Federico Ghibaudo"
LA FAMIGLIA
di Giuliana Magni 2^B
Vista dal di fuori la famiglia è il nucleo primo e
fondamentale della società, ma dietro la porta di quella piccola
città che è la casa, c'è un mondo complesso di persone con i
loro pensieri e sentimenti, ma anche con i loro atteggiamenti e
comportamenti.
Per un giovane non è mai facile parlare della famiglia, forse
perché considera la propria una "cosa naturale" ed in
fondo è normale che sia così: ognuno nasce, cresce e vive in
una famiglia che non ha scelto, comprato o ricevuto in regalo, ma
che è "naturalmente" sua!
Ho provato comunque ad accendere i riflettori sulla famiglia,
sulla mia e su quella dei miei amici e mi sono resa conto che
essa ha una doppia valenza, da una parte è costituita da più
individui che hanno la loro autonomia, dall'altra è una specie
di atomo con i suoi protoni ed elettroni per natura
in-scindibili.
Quando due persone si sposano sono consapevoli che da quel
momento in poi per ogni decisione da prendere, avranno un alter
ego pronto a contrastarla, accettarla o correggerla e pian piano,
giorno dopo giorno i due individui cominciano a somigliarsi nel
modo di pensare, parlare e vivere.
Con i figli arriva la gioia, l'entusiasmo e l'allegria, ma poi
anche le piccole e grandi difficoltà. Non è certamente facile
per una mamma, che sente di dover proteggere in ogni caso i suoi
figli, vederli crescere e cercare la loro indipendenza, senza
preoccuparsi più di tanto delle sue raccomandazioni.
E altrettanto difficile è per un padre, che dal figlio si
aspetta sempre il massimo, dargli il tempo necessario per
crescere, maturare e fare le proprie esperienze.
Il fatto è che nè si può rimanere piccoli a vita, nè si può
nascere già grandi!
Da qui deriva l'antagonismo genitore-figlio, che è positivo se
è dialogo, con le due parti che si rispettano vicendevolmente,
è negativo quando la discussione si conclude subito con
un'imposizione da parte del genitore stesso che provoca una
ribellione silenziosa ma non per questo meno dolorosa.
Un giovane vuole dalla famiglia sicurezza, appoggio e stabilità,
vuole essere preso sul serio per quello che è e pensa con i suoi
quindici, diciotto o venti anni: certo ha bisogno di essere
guidato, tanto più in questa società consumistica, dove non
mancano le forze centrifughe, dove è molto facile cadere in
qualche baratro da cui è troppo difficile venire fuori.
Per potersi difendere da questi pericoli bisogna avere carattere,
essere se stessi anche quando ciò implica essere in contrasto
con i più.
Il miglior luogo per forgiarsi è la propria casa, dove i
genitori o magari i fratelli più grandi sono pronti a mettere a
disposizione tante esperienze e maggior lungimiranza.
L'importante è che nè il genitore si erga a giudice del figlio
e del suo tempo, nè il figlio consideri i suoi
"vecchi". Un filo magico di amicizia, interesse e
curiosità, deve legare i membri della stessa famiglia.
A volte i genitori si lamentano di avere dei figli taciturni e
disinteressati, ma poi non hanno la pazienza di ascoltarli quando
esprimono il loro parere o li sgridano se seguono le mode del
momento, considerandole di cattivo gusto e senza minimamente
pensare che forse venti anni fa anche loro le seguivano.
Io penso che i giovani farebbero a meno di saltellare da una moda
all'altra, se avessero dei modelli precisi e dei gusti ben
determinati, ma anche questo sarebbe possibile solo se sin da
bambini fossero abituati a scegliere e non ad avere tutto ciò
che hanno tutti.
La crisi dei valori e la crisi della famiglia purtroppo vanno di
pari passo, è necessario che si recuperino proprio gli antichi
valori di un tempo, dal rispetto all'affetto e che a questi se ne
aggiungano di nuovi, come l'amicizia e l'interesse reciproco.
Il giovane che vive la realtà positiva della sua famiglia, sarà
capace di esprimerla nelle sue azioni e nelle sue scelte, sarà
più ponderato, meno aggressivo e pian piano più maturo.
Non credo che ci siano sentimenti o emozioni standard che la
famiglia faccia nascere in un individuo come in un altro, ogni
figlio risponde diversamente agli impulsi che gli vengono
dall'esterno, a seconda della sua natura e del momento che sta
vivendo, l'importante è però che teli impulsi ci siano e
riescano ad indirizzare sulla via migliore il giovane che li
riceve, senza far violenza alla sua personalità "in
fieri"!