Concorso "Federico Ghibaudo"
Segnalazione Speciale Giuria
"CHE COS' E' LA VITA?"
di Cristina Dobrea 2^B
Sto parlando con una voce. Le chiedo: "che cos'è la
vita?"
Silenzio. E' un silenzio. Sto nell'erba e guardo intorno a me. Il
cielo è sereno, è blu, il blu è predominante, entra dentro di
me, mi confondo con il blu. Tutto splende, c'è una luce calda
che irradia felicità. Che cos'è la felicità? Sono mai stato
felice? Sì, lo sono adesso, perché dovrei guardare il passato,
o meglio, che cos'è il presente? Esiste il presente? Questo
secondo passa e diventa passato. Allora non è più presente. In
conclusione, il presente non esiste o fa parte del passato.
"Che cos'è la vita?"
La voce tace, non mi risponde. C'è un silenzio profondo, gli
uccelli cantano nella mia mente, nei miei ricordi, perché qui
dove sono io non ci sono uccelli, ma io li posso sentire. Com'è
qui? E' bello, tutto è luminoso, c'è tranquillità e un
sentimento di stabilità, di sicurezza. Tutto è perfetto tranne
una cosa, una questione che mi rode dentro: la vita.
Penso di guardare la vita, la mia vita per capire il concetto
generale. E comincio: "che cosa ho fatto nella mia
vita?"
"Ho sempre voluto essere un altro."
"Lo so", mi risponde la voce.
"Ho fatto del male, convinto di fare del bene."
"Lo so", replica di nuovo.
"Ho guardato l'aspetto meno importante della vita: la
materialità."
"Lo so".
"Ho curato sempre solo il mio corpo, che non è nient'altro
che un mezzo attraverso il quale lo spirito può rimanere sulla
terra. Ho trascurato IL MIO SPIRITO, ho trascurato ME
STESSO."
"Lo so."
"Non ho mai capito che cosa volevo dalla vita e perciò ci
sono delle cose che avrei dovuto fare. Non ho mai capito perché
mi trovo lì, qual'è il fine di quel viaggio e non ho mai
apprezzato il dono."
"Lo so."
"Si sta bene qua. Mi piace il silenzio. Gli uomini hanno
l'abitudine di parlare troppo e questo a me non è mai
piaciuto."
"Sai", dico io alla voce, "da piccolo ho sempre
collegato alla morte il colore nero. Invece è il blu, è il blu
profondo che rappresenta la morte. E' un blu che entra dentro di
te, che ti fa sentire parte di lui. ED IO SONO BLU."
"Mi piace la luce. Non ho mai avuto il coraggio di guardarla
in faccia ed è per questo che ho fatto finta che non esiste. Mi
sono nascosto come tutti gli altri dietro le menzogne, ma così
non si risolve niente. Che cos'è il niente?"
Silenzio. La voce non mi risponde.
"Esiste il niente? Ma se qualcosa esiste allora niente non
esiste ed io non posso trovare la definizione di qualcosa che non
esiste. Oh, potrei ragionare nello stesso modo riguardo alla
vita. Se la vita è 'X' allora la morte è il suo opposto, '-X',
e la somma è zero, cioè niente. Oh no, ritorno allo stesso
discorso."
"Devo vedere che cos'è la morte. La morte è un sogno,
perciò la vita è realtà, la morte è silenzio e allora la vita
è un baccano. Ma, no! Io non ho mai pensato questo della vita.
Non è un baccano. E' bella la vita. E allora sono sulla via
sbagliata. E' sbagliato dire LA VITA, ci sono PIU' VITE. Io
quante ne avrò vissute, quante ne vivrò ancora? Uhm, è triste
non capire, eppure non sono triste."
"Gli spiriti devono crescere e per questo devono imparare e
loro imparano dalle esperienze della vita, cioè delle vite. E
una spirito deve andare sulla terra finché arriva alla
perfezione per poter vivere poi tra gli altri spiriti la VERA
VITA. Allora è quella la vita? No non posso dire questo, perché
non l'ho mai vissuta."
"Aspetta... io, in una vita precedente, sono stato più
cattivo, meno perfetto. Allora anche Mozart nelle vite precedenti
a quella non era così bravo a suonare. Si, è vero! ...Ah, stavo
pensando, perché dobbiamo vivere tante vite, perché non
possiamo sapere tutto in una vita?"
...Come mi piace questo blu... E' silenzioso. Non so che cosa
dire, non sento più la presenza della voce, c'è un silenzio
perfetto, totale. Sto nel silenzio. Tutto è statico.
Ad un certo punto vedo che la luce è più forte.
"Ho capito", dico. "Voce, dove sei? Ho capito
perché l'uomo vive tante vite, esperienze, chiamiamole così. Le
vive per capire cos'è la vera VITA, è una preparazione. Io
sbaglio cercando di capire in un breve tempo quello che altri non
hanno capito in tante vite. Io ricevo in dono la vita per capire
la vita stessa. E' normale che io non sappia che cos'è la vita o
per meglio dire: per adesso non devo spaventarmi."
"Ho capito il tuo silenzio, voce, tu mi rispondevi alla
domanda, soltanto che io non lo capivo."
La voce compare di nuovo e mi chiede:
"Qual'è la risposta?"
Io guardo il blu intorno a me e il verde che è inghiottito dal
blu. Guardo la luce che m'innonda, m'innonda una sensazione di
felicità. Guardo per l'ultima volta intorno a me prima di
rispondere, poi dico:
"Non lo so"