Concorso Letterario "Federico Ghibaudo"

 

LA TOUR EIFFEL

di Francesca Valesini - 1^H


Jimmy lo aveva aspettato con entusiasmo da tantissimo tempo: era il sogno della sua vita poter salire sull’ultimo piano della Tour Eiffel, a quasi 300 metri di altezza.
Suo padre Tom, glielo aveva promesso come regalo per il suo quattordicesimo compleanno. Gli aveva promesso una settimana libera dagli stress scolastici e per questo si erano trasferiti dal Texas, dove abitavano, nel cuore della metropoli francese.
Erano arrivati nella capitale il 22 Maggio, ed il giorno successivo sarebbe stata la giornata tanto attesa da Jimmy.
Aveva trascorso la notte in bianco per l’emozione di salire su quella torre ferrata.
Alle 7 del giorno 23, Jimmy era in piedi ed in mezz’ora era già pronto, con jeans, maglietta e felpa; aveva svegliato i genitori ed erano poi scesi nella hall dell’albergo per una veloce colazione a base di uova e pancetta. Dopo un giro turistico per la città, una gita in battello sulla Senna ed una visita ai monumenti, alle 17 circa arrivò il momento di acquistare i biglietti per la visita alla torre. Aspettò sul piazzale il proprio turno e dopo una lunga salita, finalmente l’ascensore giallo si fermò all’ultima terrazza... Jimmy corse fuori e si appoggiò al parapetto di ferro: rimase senza parole. Non aveva mai visto né provato niente di simile.
Quell’altitudine, quella sensazione di avere sotto i suoi piedi l’intera Parigi, gli dava un senso di libertà mai provato. Correva da un angolo all’altro come se stesse cercando una piazza, una via, una casa da scorgere. “Quella è Parigi” pensava, “Ho Parigi racchiusa in un solo sguardo” INCREDIBILE !
Jimmy prima di scendere acquistò un modellino del monumento che portò con sé in America promettendo a se stesso di ritornare su quella terrazza quasi a contatto con il cielo.
Ma Jimmy non mantenne mai la promessa, non l’anno successivo, non l’anno dopo...

Jimmy è ora un uomo anziano e solo.

La sua vita procede a ricordi.
In soffitta, un giorno, ripercorse la sua esistenza: ecco la foto di suo figlio appena nato, ecco la foto del suo matrimonio, quella della sua laurea, e poi i libri della scuola superiore, i suoi primi quaderni. Ecco il modellino della Tour Eiffel...
Un lampo, più luminoso del sole estivo, invase la sua mente, prese fra le mani quel piccolo ricordo e chiuse gli occhi: rivide tutto...
Rivide quel 23 Maggio di tanti anni prima, rivide la Senna, i monumenti, rivide Parigi racchiusa in un solo sguardo. INCREDIBILE !
Era tornato quattordicenne, riprovava gli stessi brividi e le stesse emozioni.
Era arrivato il momento di mantenere la promessa.

Due giorni dopo Jimmy aveva già in mano i biglietti dell’Air France ed una settimana dopo era di nuovo sul piazzale ad aspettare l’ascensore giallo, in mano la Tour Eiffel in miniatura. Eccolo di nuovo sulla terrazza. Stavolta non corse, ma s’affacciò al parapetto con lo stesso desiderio. Girò da un angolo all’altro come la prima volta... ecco il negozio di souvenir... o forse non era lui? questo aveva grandi vetrine, oggetti molto moderni, forse Jimmy si stava sbagliando. Forse...
Jimmy all’improvviso si sentì debole, l’aria gli mancò, aveva caldo, sentì le gambe leggere e la vista si oscurò...

“Si è sentito male”, “Forse era già malato”, “Che coraggio salire a quest’altezza a quell’età” ...i soccorsi arrivarono subito, sollevarono Jimmy per adagiarlo su di una barella e proprio in quel momento dalla sua mano scivolò il vecchio souvenir che cadde per terra e rotolò oltre il parapetto rimbalzando tra le travi di ferro e andando ad incastrarsi poco più in basso in un punto inaccessibile; nessuno se ne accorse.
Jimmy morì poche ore dopo all’ospedale centrale.
Lassù sulla Tour Eiffel però era rimasto, per sempre, come forse aveva sognato Jimmy, il suo piccolo modellino; sotto, come in un unico sguardo, Parigi.