Jimmy lo aveva aspettato con entusiasmo da tantissimo tempo:
era il sogno della sua vita poter salire sullultimo piano
della Tour Eiffel, a quasi 300 metri di altezza.
Suo padre Tom, glielo aveva promesso come regalo per il suo
quattordicesimo compleanno. Gli aveva promesso una settimana
libera dagli stress scolastici e per questo si erano trasferiti
dal Texas, dove abitavano, nel cuore della metropoli francese.
Erano arrivati nella capitale il 22 Maggio, ed il giorno
successivo sarebbe stata la giornata tanto attesa da Jimmy.
Aveva trascorso la notte in bianco per lemozione di salire
su quella torre ferrata.
Alle 7 del giorno 23, Jimmy era in piedi ed in mezzora era
già pronto, con jeans, maglietta e felpa; aveva svegliato i
genitori ed erano poi scesi nella hall dellalbergo per una
veloce colazione a base di uova e pancetta. Dopo un giro
turistico per la città, una gita in battello sulla Senna ed una
visita ai monumenti, alle 17 circa arrivò il momento di
acquistare i biglietti per la visita alla torre. Aspettò sul
piazzale il proprio turno e dopo una lunga salita, finalmente
lascensore giallo si fermò allultima terrazza...
Jimmy corse fuori e si appoggiò al parapetto di ferro: rimase
senza parole. Non aveva mai visto né provato niente di simile.
Quellaltitudine, quella sensazione di avere sotto i suoi
piedi lintera Parigi, gli dava un senso di libertà mai
provato. Correva da un angolo allaltro come se stesse
cercando una piazza, una via, una casa da scorgere. Quella
è Parigi pensava, Ho Parigi racchiusa in un solo
sguardo INCREDIBILE !
Jimmy prima di scendere acquistò un modellino del monumento che
portò con sé in America promettendo a se stesso di ritornare su
quella terrazza quasi a contatto con il cielo.
Ma Jimmy non mantenne mai la promessa, non lanno
successivo, non lanno dopo...
Jimmy è ora un uomo anziano e solo.
La sua vita procede a ricordi.
In soffitta, un giorno, ripercorse la sua esistenza: ecco la foto
di suo figlio appena nato, ecco la foto del suo matrimonio,
quella della sua laurea, e poi i libri della scuola superiore, i
suoi primi quaderni. Ecco il modellino della Tour Eiffel...
Un lampo, più luminoso del sole estivo, invase la sua mente,
prese fra le mani quel piccolo ricordo e chiuse gli occhi: rivide
tutto...
Rivide quel 23 Maggio di tanti anni prima, rivide la Senna, i
monumenti, rivide Parigi racchiusa in un solo sguardo.
INCREDIBILE !
Era tornato quattordicenne, riprovava gli stessi brividi e le
stesse emozioni.
Era arrivato il momento di mantenere la promessa.
Due giorni dopo Jimmy aveva già in mano i biglietti
dellAir France ed una settimana dopo era di nuovo sul
piazzale ad aspettare lascensore giallo, in mano la Tour
Eiffel in miniatura. Eccolo di nuovo sulla terrazza. Stavolta
non corse, ma saffacciò al parapetto con lo stesso
desiderio. Girò da un angolo allaltro come la prima
volta... ecco il negozio di souvenir... o forse non era
lui? questo aveva grandi vetrine, oggetti molto moderni, forse
Jimmy si stava sbagliando. Forse...
Jimmy allimprovviso si sentì debole, laria gli
mancò, aveva caldo, sentì le gambe leggere e la vista si
oscurò...
Si è sentito male, Forse era già
malato, Che coraggio salire a questaltezza a
quelletà ...i soccorsi arrivarono subito,
sollevarono Jimmy per adagiarlo su di una barella e proprio in
quel momento dalla sua mano scivolò il vecchio souvenir che
cadde per terra e rotolò oltre il parapetto rimbalzando tra le
travi di ferro e andando ad incastrarsi poco più in basso in un
punto inaccessibile; nessuno se ne accorse.
Jimmy morì poche ore dopo allospedale centrale.
Lassù sulla Tour Eiffel però era rimasto, per sempre,
come forse aveva sognato Jimmy, il suo piccolo modellino; sotto,
come in un unico sguardo, Parigi.