Liceo Scientifico "Paolo Frisi" - Monza

Concorso Letterario "Federico Ghibaudo"

"CAVIE, LABIRINTI ED ALTRO"

di Marta Abbà - 3aA




Mi aggiro fra queste pareti bianche che si alternano a lastre di vetro in un antipatico intrico di corridoi assurdamente identici. Nessun appiglio, nessun segno, niente scritte né cartelli intorno solo muri, in coreografica disposizione, mi imprigionano senza rinchiudermi, mi circondano ma non limitano del tutto la mia libertà di movimento. Non posso dire di essere in trappola poiché mi è stata lasciata la possibilità di agire, non ho alibi né scuse: sono condannata a tentare se voglio tenere alta la mia dignità. Oggi è toccato a me, proprio a questo musino aguzzo e baffuto e non mi resta altro che provare ad orientarmi in questo assurdo gomitolo di cunicoli. A testa bassa mi aggiro per i corridoi sterili, con il naso cerco un odore che mi guidi, con gli occhi un "epico" filo di Arianna che mi conduca alla fine di questo incubo. (Da notare la citazione, e poi confondono noi "cavie" con quegli ignorantoni delle fogne, non c’è confronto!!) E’ da molto tempo che vago e mi sembra di non essermi mai mossa, intorno a me ancora pareti bianche, la luce dall’alto è forte e fredda e si riflette creando un’atmosfera pungente e tesa. Ogni volta che giro l’angolo mi appare davanti un corridoio identico a quello appena percorso, l’ambiente è asciutto e asettico, così assurdo ed essenziale; mi sembra di essere l’unica potenziale imperfezione in questo intrico di corridoi.
Che prova mi tocca oggi! Cos’ho fatto per meritarmi questa orribile tortura? Perché mettere in crisi una povera topina? Perché, a tu per tu con la mia volontà e con le mie qualità, mettermi subito giovane e inesperta davanti alla vita nuda e cruda che spesso non ci concede scusanti o via di fuga?
A questo punto inizio a ritenermi sfortunata per essere stata prescelta per questo luogo sterile e glaciale invece di raggiungere, confusa nella massa, uno di quei tanti pet-shop o addirittura una confortevole gabbia singola con bagno a mezza pensione. Altro che ambiente domestico, ora sono qui ed è meglio che la smetta di perdermi nei sogni: basta e avanza l’intrico reale in cui mi trovo, non mi sembra il caso di vagare anche negli antri confusi e contorti della mia psiche.
Libero la mente e respiro a pieni polmoni, per la prima volta alzo gli occhi al cielo... -Ehi, ma che sono questi "musi" enormi che mi scrutano? Ma che avete da guardare? Sopra di me attraverso una lastra trasparente diverse teste rosa mi osservano, alcune attente, con gli occhiali sulla punta del naso, fissano il mio corpicino e annotano su un foglio. Altri annoiati sbadigliano e seguono distratti l’evolversi della mia prova; altri ancora mi guardano con un ghigno beffardo e aria di superiorità.
Subito mi arde nel petto una voglia matta di schiaffare in faccia a questi maledetti umani la soluzione dell’enigma in cui mi hanno introdotto: glielo faccio vedere io cosa sono capace di fare!!
Mi metto subito in moto e quasi impazzita inizio una nevrotica serie di corse e scatti in ogni direzione, irrazionalmente; non so più cosa sto facendo ma le mie zampe continuano a portarmi contro superfici fredde e dure. Finalmente l’ira si placa e riacquisto lucidità, un po’ mi pento di essermi comportata come una stupida mula testarda e ottusa; chissà quale ironia e quale divertimento ha animato quei guardoni.
Mi ergo sulle zampe posteriori e accosto il muso al soffitto, volgo in alto lo sguardo e fisso gli osservatori: nei miei occhi lampeggia un esplicito S.O.S.
Tutti mi fissano ammutoliti, i più seri annotano interessati, gli altri deformano il viso in una smorfia di sorpresa.
-Non ve lo aspettavate, eh? Altro che superare prove e uscire da quell’enigmatico labirinto che è la vita, io ho imparato a guardare in alto, a riconoscere i miei limiti e a chiedere aiuto. Uomo, fai come me, non intestardirti a voler superare muri umanamente invalicabili da solo, facendoti prendere da orgoglio e da rabbia, accettati nelle tue possibilità e impara a dire qualche volta "Ho bisogno di aiuto". L’ho capito io "minuscolo esserino disgustoso, cuginastro della pantegana", sei in grado di farlo anche tu... alza lo sguardo e sii te stesso!!