Liceo Scientifico "Paolo Frisi" - Monza |
...ci sono amori dimenticati
nel mio passato e nei tuoi passati
e notti come questa
passate e bruciate...
-F.De Gregori-
Mi sono fermato un istante sul bordovasca a fissare
lorologio che segna le tre e zero cinque.
Una notte calda e umida di metà agosto, libero da orari e
conformismi familiari, restrizioni e pensieri (o impegni?)
angosciosi.
Mi asciugo con una mano gli occhi appoggiato sul lato della
piscina, ancora immerso per tre quarti in acqua e osservo la
lieve, umida foschia che sale dallerba ai lati della vasca
azzurra. Il sapore del liquore di F. sale ancora alla gola, ma la
sensazione non è affatto sgradevole.
Il nastro tenue delle costellazioni che non so decifrare è ben
visibile davanti a me, quasi a confermarmi, qualora ne
abbisognassi, che in questa notte non cè confine.
E davvero una serata stupenda. Le stelle fanno a gara
nellilluminare il firmamento.
Mi chiedo per un attimo se davvero i corpi celesti segnino la
traccia del destino: sono però sicuro che guardando il silenzio
smisurato del cielo scuro, chiunque si perderebbe.
E allora è forse meglio tendere la mente verso spigoli più
terreni e in fondo mi riesce più naturale di quanto non
pensassi.
Lo sguardo ritorna agli amici sullaltro lato della piscina,
attenti a non fare troppo rumore, ma soprattutto a non perdere
neanche una goccia del fascino misterioso e cattivo della notte
in corso.
In un lampo le voci mi giungono chiare e i discorsi decifrabili
come se lobiettivo avesse di scatto messo a fuoco lo
sfondo, trascurando ora il primo piano.
Cerco di capire i giochi di sguardi catapultati diametralmente da
un opposto allaltro. Saluto con una mano gli altri come se
nel corso della giornata ci vedessimo per la prima volta.
Volgo la testa allindietro, portando la nuca a pelo
dacqua.
Pensieri e ricordi e sfumature e aneddoti, elementi cardine che
emergono dallacqua e in questa notte, nellacqua
stessa, torneranno a giacere.
Penso a quella ragazza che ho voluto perdere e a quella che ora
occupa tutti i miei pensieri. Chissà per quanto?
Ripercorro con la mente quel libro di De Carlo e il suo Arcodamore
pensando a quanto cinicamente riesca a rispecchiare la realtà.
Penso ancora ai discorsi superficiali di certi compagni di
viaggio, consapevoli di soffocare i sentimenti per non
doversi scontrare con essi. E mi rendo conto giorno dopo giorno
del fatto che abbiamo forse meno torto di quanto pensassi fino a
qualche tempo fa.
E che le esperienze, anche se può apparire una massima
assolutamente scontata, inevitabilmente lasciano un segno, e in
base a questo cambia la prospettiva da cui ognuno osserva le
cose.
Quello che mi lascia incredulo è, però, scoprire che talvolta
si perde del tutto la voglia di ricercare qualcosa in cui si è
sempre creduto.
Forse è anacronistico continuare a sognare, e lo penso quasi
seriamente, per quanto il liquore me lo consenta.
Mi giro e osservo F. appoggiato su un braccio abbronzato. Ha gli
occhi chiusi e respira affannoso, come sognasse inquietudini.
Ma la distanza fra me e lui è ben maggiore di quella che
appartiene ad uno spettatore... Ripenso ai recenti discorsi
epidermicamente bigotti di T., al suo cieco desiderio del Grande
Amore, al sogno raggiungibile di una famiglia numerosa, alla
condivisione cinquantennale della vita di coppia in cui
basterebbero stima, fiducia e affetto; ...in cui
lingrediente irrazionale e istintivo non sarebbe
indispensabile, pur essendo la forza generatrice di quel rapporto
che si tenta di conservare a bassa temperatura. (...Tristezza)
Mi rendo conto di quanto io consideri improbabile un rapporto di
questo tipo, ma nello stesso tempo di quanto speri che esista, in
qualche modo. (Sarà un problema che investe tutti?)
E allora è da preferire la fredda, calda stabilità, ricetta per
una vita da manuale o forse limprobabilità e
limprevedibilità della passione, dellincertezza,
delle novità, del sempre diverso? E soprattutto, si
può davvero preferire o, in qualche modo, qualcosa è già
scritto? O forse vogliamo sia già scritto?
Ricerco rapide spiegazioni dellinstabilità dei rapporti,
regolata talvolta da fugaci, casuali e apparentemente poco
importanti incontri. La prospettiva, navigando sereno fra
lintricata rete dei miei pensieri, muta di nuovo, senza che
ci stia a badare troppo, senza che io possa solo avvicinarmi ad
una boa di soluzione, ma labirinticamente mi perdo.
Mi lascio scivolare allindietro, inghiottito
dallacqua tiepida e subito risalgo in superficie.
Medito ancora sulla chimica che lega le passioni più o meno
autentiche dei legami affettivi e rapido mi smarrisco, prima
ancora di affacciarmi seriamente sul ragionamento, prima di
trovare spiegazioni per me stesso convincenti. Chiederei a
qualsiasi interlocutore, in questo momento, cosa regola taluni
sentimenti, cosa li governa e cosa li rende assolutamente
indecifrabili.
Scegli tu la vita, lamore non si sceglie
mai, canticchio fra me e me senza quasi accorgermene...
Glu, glu, glu.
Qualcuno mi prende alle spalle e mi trascina a pieno in acqua e
mi rituffo, rassicurato e leggero nel liquido vitale, nella
viscosa ed estemporanea dolcezza notturna, appisolato nella
leggendaria, virtuale e personalissima reggia di Minosse.
Certi ricordi, taluni entusiasmi, vivono solo nelle
chiacchiere di notte (come un misconosciuto cantautore mi
insegna), in quei discorsi coi tuoi amici più delusi.
Bussa sgradevole alla porta. Mia madre. E il quindici
settembre e mi rituffo... nella svogliata consuetudine. Qualcuno
diceva: Dentro me segni di fuoco: è lacqua che si
spegne. Se vuoi farli bruciare tu lasciali nellaria oppure
sulla terra. E così sia.