Liceo Scientifico "Paolo Frisi" - Monza

Premio Letterario "Federico Ghibaudo"

“STRANGER IN A STRANGER LAND”

di Virginia Faedo - 2aN


Straniero...
Straniero in terra straniera
mi hai fissato come se fossi io
quello che doveva mettersi a correre

(U2, stranger in a stranger land)



PROLOGO: VOCI STRIDULE IN CORO.

CAPITOLO 1: SHH... PAURA.

C’è silenzio qui. Non è vero; ma la musica è silenzio, oppure il silenzio è musica? La seconda; banale.
Giro il collo, ho uno sguardo perfido che gela le note nell’aria, che cadono per terra, ansimando e infrangendo il silenzio ovattato.
Cosa scrivo?
E’ strano come la biro... silenzio, un soffio diventa una penna d’oca da intingere nell’inchiostro del sapere.
Tutto o niente.
Che buio... silenzio...
Vuole intingere la sua lingua nella mente e bere ognuno di noi, gustarlo a lungo, facendo scivolare il nostro sapore tra una papilla e l’altra, per poi gettarci fuori, tra concreto e materia... ma noi siamo l’astratto, inglobiamo tutto.
E poi l’IRLANDA, terra del saggio profumo... un sogno che corre veloce come il nostro tempo...
Non mi piace il contemporaneo, chiusi in una scatola, prima o poi qualcuno cambierà canale... e allora ci sentiremo STRANIERI IN TERRA STRANIERA.

E’ proprio vero, “Vampiro o vittima, dipende da chi hai intorno...”

CAPITOLO 2: RINASCITA.

Ho cambiato filosofia, e loro i miei pensieri, sono contenti.
(MA TU COSA NE SAI?)
Ambra... gialla, calda, nasce nel sole e racchiude segreti silenziosi, eppure così vociferi, inutilmente (FORSE) loquaci.
Ho cambiato una parola, e ho fatto fatica ad adattarmi.
Treno che parte: eterno cambiamento.
Non capisci, vero? No, dillo pure che ti senti fuori luogo, quasi uno STRANIERO in questa narrazione...
Potresti ritenerla strana... ma non arriverai mai a definirla “STRAORDINARIA”, finché non entrerai nel meccanismo. Come fare? Non ci pensare, anche se lo farai...

CAPITOLO 3: APPLAUSI

Sente, oh mio caro amico, il silenzio celato in quelle menti, sedute a guardare il loro prediletto leggere parole senza senso?
Nobile arte della lettura... ormai non più su profumate pagine che raccontano l’antico... evito, è più grande di me. (UMILTA’?!?) Depongo le armi.

EPILOGO

Pazzia? Le mie voci urlano.
Non ci trasformare in volgare verbo...
Il silenzio cala sull’astratto, inizio a parlare.
Ho infranto il silenzio. Torno nella banalità.
Buonanotte dolce pensare

non ha mai fine