Liceo Scientifico "Paolo Frisi" - Monza

Premio Letterario "Federico Ghibaudo"

 

"SOGNARE..."

di Valentin Besoiu - 5a G

 

Avete mai avuto la voglia di rivivere una giornata? Magari perché è stata così bella da volerla rivivere all’infinito, o magari perché pensate che se avreste agito in maniera diversa la vostra giornata sarebbe andata in maniera diversa.
Era una bella giornata d’estate. Come ogni mattina mi alzai tardi e mi guardai nello specchio. Eppure, stavolta... Per la prima volta non vidi più la mia figura riflessa allo specchio, ma uno strano volto, un volto che seguiva i tutti i miei movimenti, un volto che seguiva il mio sguardo col suo. Mi chiesi chi mai potesse essere quella figura e perché mi stesse seguendo col suo sguardo. Allora, in segno di sfida, la fissai dritta negli occhi. Restai immobile per qualche istante a fissare l’intensità dello sguardo di quella figura cosi strana. Tutto ad un tratto mi sentii attirare verso lo specchio, come se una potente forza mi volesse attrarre a sé. Lo specchio si avvicinava sempre più al mio corpo immobilizzato dalla paura. E si avvicinava sempre più... sempre più... fino a quando... cominciò a sfiorarmi dolcemente con una languida carezza. E poi... mi svegliai come ogni mattina. Mi precipitai immediatamente a esplorare lo specchio alla ricerca di qualche segno, di una traccia, di qualcosa che mi potesse far capire cosa fosse accaduto. Ma non sono stato in grado di trovare nulla di insolito, nulla di strano, nulla che mi potesse far capire cosa fosse successo. Mi guardai dunque nello specchio alla ricerca di quella strana figura che prima mi stava guardando e... non vidi altro che la mia solita faccia. Toccai lo specchio con la mano, prima paurosamente, staccandola di scatto e con un movimento veloce, poi con curiosità, ma non riuscii a sentire nulla a parte la freddezza dello specchio. Ma non mi sono arreso, e così cominciai a passare in rassegna tutte le varie possibilità per tentare di capire cosa fosse successo. Alla fine arrivai alla conclusione che tutto è stato soltanto un sogno, nient’altro che un sogno. Ma non riuscivo a capire se esso fosse stato un incubo o un bel sogno, non riuscivo a capire il senso di quel sogno. E allora, come mi capita in queste situazioni, abbandonai ogni sorta di pensieri sull’argomento e uscii. Tutto andava bene fino a quando... mi accorsi che era tutto diverso, il mondo che mi circondava non era più lo stesso. E come se qualche potenza superiore avesse fatto un incantesimo in modo che ogni mio desiderio venisse esaudito. Prima i piccoli desideri, poi desideri sempre più grandi, sempre più grandi, fino al punto che... mi ritrovai senza alcun desiderio. Avevo tutto quello che volevo, avevo a disposizione tutto quello che ho sempre desiderato, non c’era nulla che mi mancasse, eppure non ero felice. Era una cosa cosi strana! Chi non sarebbe stato contento nel vedersi esaudire tutti i suoi desideri, chi non sarebbe stato felice nell’avere tutto quello che aveva sempre desiderato? Ma io non ero né felice, né contento. Mi mancava uno scopo per cui dover essere felice. In quell’ istante mi tornò in mente una vecchia leggenda, una delle tante che si raccontavano sull’antico popolo di Atlantide. La leggenda narrava che questo popolo fosse arrivato ad un tale livello di conoscenza e di tecnologia che fosse stato in grado di costruire una macchina che rendesse veri i sogni di tutti i suoi abitanti. Mi sembrò sempre una leggenda così strana che non pensavo potesse essere vera. Ma in quel momento non pensai più che questa leggenda non potesse essere vera, ma che, anzi, mi fosse stato concesso il privilegio di capire cosa voglia dire una vita in cui tutti i desideri venissero avverati. La paura si impadronì di me. Avevo paura, paura di perdere quello che avevo ottenuto, ma avevo anche la voglia di perderlo. E come quando si desidera ardentemente una cosa, ma allo stesso tempo anche il suo opposto. Tutto ad un tratto la mia pura si trasformò in desiderio e come tale venne esaudito. Persi tutto, tutto quello che i miei desideri avevano costruito. La luminosità di quella giornata iniziata in maniera così spensierata tutto ad un tratto divenne buia e scura come la notte fonda. I miei occhi si chiusero e non sentii più nulla. Li riaprii e... mi ritrovai nel mio letto. E così mi svegliai e mi diressi verso il luogo in cui era iniziato tutto... Guardai lo specchio, lo scrutai in maniera attenta, ma... non vidi altro che un normalissimo specchio. Allora cosa mai era successo? Cosa mai era accaduto? Era stato tutto un sogno e niente di più? Stranamente queste domande me le portai dietro per tutta la giornata. Sperai di passare una giornata diversa dalla mia solita giornata, ma non fu così. Non vi accadde nulla di strano, nulla di nuovo, nulla di interessante. O forse ero io che ero troppo preso da mille pensieri, che continuavano a risuonare nella mia testa, fino a farmela quasi esplodere. E così arrivò la sera. Era una di quelle bellissime sere d’estate in cui le nuvole abbandonano il loro posto nel cielo alla luce, alla tenera e dolce luce della luna, danzante come una Venere su un palco cosparso di stelle che con la loro brillantezza sembravano seguire i suoi dolci movimenti. La mia mente incominciò a volare, a uscire dal mio corpo, a innalzarsi verso quella luce così calda e intensa. I miei occhi si chiusero, e tutto quello che rimase non fu altro che una soave melodia d’amore, un candido fruscio immerso in un silenzio così tranquillo. Mi sentii sollevare dolcemente da terra, aprii gli occhi e guardai la terra allontanarsi sempre più da sotto il mio corpo. Arrivato finalmente a mezz’aria il mio corpo si fermò e io richiusi gli occhi per sognare ancora, per udire meglio quella soave melodia che mi circondava. Mi passò in mente un desiderio, il desiderio di capire cosa era successo, ma soprattutto il desiderio di capire il perché tutto ciò era accaduto. Udii una candida voce sussurrare tra il fruscio della dolce melodia una frase: "chiedi e ti sarà dato... ma ricorda che più chiedi più la Felicità si allontanerà da te, ti avvicinerai sempre più alla tristezza... chiedi e ti sarà dato... chiedi e ti sarà dato tutto quello che desidererai... chiedi tutto quello che vorrai... ma chiedilo prima di aprire i tuoi occhi... o tutto quello che avrai ricevuto perderai... non cercare mai... non guardare mai... ti è dato sentire... ti è dato provare... ma non ti è dato vedere..." invano cercai di capire da dove venisse quella candida voce, invano cercai di toccare colei che mi parlava così. Il desiderio sì impadronì di me. O per meglio dire la curiosità si impadronì di me. Tuttavia, rimasi in silenzio, non pensai più a nulla, mi lasciai trasportare dai sogni. Tutto ad un tratto il desiderio di sapere cosa stava succedendo mi spinse a ignorare quelle parole e ad aprire gli occhi... Mi ritrovai nei mio letto... il sole era già alto nei cielo, ma io non avevo alcuna voglia di alzarmi, non avevo alcuna voglia di passare un’altra giornata a cercare in vano una risposta. Ma mi rialzai, mi diressi verso lo specchio... Avevo paura, paura di guardare dentro allo specchio per paura di quello che vi avrei potuto trovare. Avevo paura di non riuscire a trovare nulla, come era già successo... avevo paura di trovare qualcosa di insolito... Eppure, mi avvicinai lentamente... prima senza guardare... poi con gli occhi chiusi mi girai verso lo specchio e lentamente aprii gli occhi. Rimasi immobile per qualche istante a fissare lo specchio, senza vedere nulla. Non riuscii a vedere nulla... non vidi nulla dentro allo specchio. La mia figura era sparita. Era come se un fantasma guardasse dentro allo specchio senza riuscire a vedere la sua immagine. Improvvisamente sullo specchio cominciarono a vedersi delle onde, come quelle prodotte da una goccia d’acqua quando cade in un vaso pieno, e dalle onde cominciò ad intravedersi un’immagine prima sbiadita, poi via via più limpida, più chiara. Dapprima non riuscii a capire di cosa si trattasse, non riuscii a distinguere la figura che si stava intravedendo. Poi man mano che essa diventava più limpida la riconobbi. E incominciai a tremare... Vidi me stesso dall’altra parte dello specchio. Allora lo specchio iniziò ad avvicinarsi sempre più a me, fino ad accarezzare il mio corpo e... un’intesa luce si sviluppò, come un lampo durante un temporale. E proprio come un lampo mi ritrovai a fissare una strana figura dentro allo specchio... l’immagine di me stesso. Capii allora il senso di quello che mi era successo...
Il mio desiderio più grande era di vedere i miei desideri esauditi. Ed ecco che ciò accadde.
Ma quando ciò successe non provai felicità, gioia come sembrerebbe normale a tutti, ma tristezza, dolore. Perché non avevo più alcun desiderio da esaudire. Capii allora che la nostra vita non è altro che l’inseguire dei sogni, dei desideri che in realtà non vorremmo che venissero esauditi, perché sono proprio questi sogni che ci fanno vivere questa vita alla loro continua ricerca. E capii anche che la mancanza di sogni porta l’uomo ad uno stato animale, in cui gli istinti più primitivi si scatenano e hanno il sopravvento sulle nostre azioni. La mancanza di sogni porta a gesti estremi come il suicidio, mentre il voler vedere esaudito a tutti i costi il nostro sogno non porta che alla rovina, agli omicidi, alle stragi a tutto ciò che è malvagio. E per questo che i sogni più grandi dell’uomo non devono essere esauditi. Il desiderio di sapere a tutti i costi cosa succede, chi sta realizzando i tuoi desideri porta alla rovina di tutto il mondo interiore di una persona.

Ma era tutto un sogno, soltanto un sogno e niente di più !?