Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza

Premio Letterario “Federico Ghibaudo”


“MEMORIA”
di Alessandro Biassoni - 1a G


Memoria. Dicono che sia il mio forte ed in questo mi sento privilegiato. Vediamo cosa dice il dizionario...
"funzione generale della mente consistente nel far rinascere l’esperienza passata, che attraversa le quattro fasi di memorizzazione...". Che complicato! Per me è più facile utilizzarla che definirla. Direi che la memoria è la possibilità di conservare in qualche parte del cervello i ricordi di esperienze compiute, che ci permettono di ricostruire il passato facendoci vivere tante emozioni perché le esperienze del passato non sono presenti nella memoria come libri in una libreria, ma vengono "rese presenti" per come sono state percepite.

In questa fase della mia vita, tecnicamente definita "adolescenza", pensando al termine memoria mi viene in mente l’unico periodo che ho alle spalle: l’infanzia, con il suo carico di ricordi a volte lieti, come le varie conquiste legate alle capacità che migliorano (ad esempio: imparare ad andare in bicicletta senza rotelle o saltare i gradini delle scale a tre a tre), e a volte tristi, come le piccole delusioni nell’amicizia o veri e propri dolori legati alla perdita di persone care. E’ proprio la memoria di quelle esperienze che acuisce la loro percezione. Parafrasando i versi del Leopardi si potrebbe dire: "sempre caro mi fu questo passato".

Memoria significa anche ricordo della guerra e può essere di coloro che l’hanno vissuta in prima persona, quindi è una memoria più partecipe, più reale, più sentita, ma può essere anche di quelli, come me, a cui è stata tramandata culturalmente e che, utilizzando le ricostruzioni fatte dagli storici, ne fanno una rielaborazione personale, la quale, però, non raggiungerà mai lo stesso grado di sensibilità di chi ha provato la guerra sulla propria pelle.

Esiste anche un "giorno della memoria". Normalmente quando si fissa un "giorno della memoria", quel giorno è uno spunto per festeggiare, per creare occasioni di stare insieme tra persone che hanno qualcosa in comune; può essere un santo, una data, una ricorrenza nota, che spesso danno luogo ad una festa o al ripetersi di un evento diventato tradizione. Invece il "giorno della memorie" approvato dal Parlamento Italiano propone una ragione diversa per ricordare. Non un trionfo, ma una tragedia; non un giorno luminoso, ma un "buco nero" nella Storia, che ci invita a guardare in faccia il peggiore evento del secolo trascorso: la Shoah, discriminazione, persecuzione, deportazione e distruzione dei cittadini ebrei di ogni Paese dominato dal nazismo.

Tanti dicono: "Ho una memoria di ferro", ma non per tutte le cose funziona questo modo di dire. Se non ci fosse la dimenticanza l’uomo penserebbe continuamente alla propria morte e non intraprenderebbe nulla, quindi perché non dimenticare i torti subiti? Perché non riprendere da dove abbiamo lasciato tante cose in sospeso? Piuttosto alleniamo la nostra memoria, non solo per ricordare cosa acquistare al supermercato, ma per evitare di ripetere in futuro alcuni errori.

La memoria è l’archivio della nostra vita, anzi la memoria siamo noi, quindi se vogliamo dare un senso alla nostra esistenza, ricordiamoci di non dimenticare.


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