Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza

Premio Letterario “Federico Ghibaudo”


“STORIA DI SARAH”
di Alice Giani Margi - 1a G


Che cos’è la memoria?
Ogni libro, dizionario o vocabolario afferma che essa è una funzione generale della mente, la facoltà di conservare e richiamare alla coscienza esperienze e conoscenze passate, ricordi.
Ma che cosa rappresenta in realtà per ognuno di noi? La risposta non è molto semplice ma ritengo che sia un qualcosa di molto più significativo, un concetto più profondo, ciò che fa rivivere nell’animo il passato di ciascuno, qualunque esso sia.
M ritrovo seduta alla mia scrivania, con la penna in mano, a riflettere ininterrottamente sulla mia vita e su quell’interminabile sequenza di immagini che riemerge dal mio passato e che mi tormenta ormai da molti anni. E’ notte fonda, la casa è immersa nel silenzio, fisso il foglio bianco davanti a me, e mi rendo conto che non so da dove cominciare. In realtà neanche io riesco a capire fino in fondo il motivo che mi spinge a raccontare la mia storia (o almeno una parte), a rivivere particolari momenti e determinate emozioni che, anche se vissute molto tempo fa, sono ancora vive nel mio cuore. Che cosa si può ottenere dissotterrando, riportando alla luce il passato? In questo momento ho solo la certezza che mi farebbe bene raccontare soprattutto le sofferenze e i dolori vissuti, se non altro per tentare di gettarmi finalmente tutto alle spalle. Con questo non voglio dire che nella mia vita ci siano stati esclusivamente dispiaceri, ma spesso ci rendiamo conto di quanto male abbia potuto farci una certa situazione solo molto tempo dopo, e bisogna cercare di non subire le conseguenze. C’è anche da dire che ho vissuto gli episodi che sto per raccontare centinaia di volte nella mia mente; ormai sono incisi nella memoria.
Potrei cominciare dalla mia infanzia, da fatti avvenuti molti anni fa. I ricordi di quegli anni sono sostenuti da molte cose, come ad esempio una bambola regalatami da mia madre il giorno di Natale all’età di quattro anni e una foto ingiallita della mia famiglia.
E’ impressionante notare come ancora oggi mi vengano i brividi al riprendere in mano questi oggetti; è come tenere tra le mani una parte della propria vita. In quei periodi... beh, credevo di riuscire a trovare le parole giuste per descriverli. Principalmente ricordo il rapporto con mio padre, se così può essere chiamato: egli era sempre assente, mancava ad ogni festa, non ricordava neanche un compleanno, non tentava mai di instaurare un dialogo con i figli, e mi guardava con indifferenza, come se io non esistessi, con uno sguardo gelido, distaccato, perso nel vuoto, privo di affetto. :"Devo andare a lavorare": diceva sempre. Io lo osservavo uscire da quella porta, ed ogni volta era come se mi cadesse addosso il mondo. Ricordo che egli non sopportava la mia passione per la pittura e per l’arte: la considerava un modo per perdere il tempo.
La mancanza della figura di un padre durante l’infanzia e l’adolescenza ha segnato tutta la mia vita, come lo hanno fatto il dolore nel vedere mia madre così chiusa e sottomessa al volere del suo uomo, e la tristezza nell’accorgersi di far parte di una famiglia tanto disunita e fragile.
Se penso a mia madre, ricordo una donna insicura, ma ricordo anche come abbia cercato, a suo modo, di volermi bene, perché si sa che l’amore tra una madre e una figlia è eterno, anche se una delle due fa fatica a manifestarlo.
Fin dall’adolescenza ho dovuto imparare a vivere senza l’appoggio di un nucleo familiare, e a reagire in ogni situazione nonostante il mio carattere timido e insicuro. Durante questa fase sono riuscita a comprendere l’importanza e la bellezza della vita, solo grazie alla mia cara amica Steffy, una ragazza speciale, sempre con un gran sorriso in viso. Grazie alla sua gioia di vivere e alla sua stravaganza riuscivo ad evadere dalla realtà, a navigare nella fantasia e a provare a vivere di sogni. Devo tutto a lei, perché incoscientemente e con grande naturalezza e ingenuità, mi ha fatto il più bel regalo che ognuno di noi possa ricevere: l’amicizia.
Non posso dire che grazie a lei i miei problemi erano terminati, ma posso affermare con convinzione che da quel momento io ebbi una persona a cui riferirmi, di cui fidarmi ciecamente. L’amicizia che mi univa a Steffy, fu anche un modo per cominciare a vivere la vita con un atteggiamento più aperto, disponibile a nuove conoscenze, e desideroso di cambiamenti. Ormai stavo crescendo e la mia curiosità verso il mondo aumentava di giorno in giorno.
Ricordo che in quel periodo i miei genitori si erano separati, ed io avevo scoperto in mia madre una nuova donna. Era come se in qualche modo mi stessi accorgendo di quanto le sofferenze mi avevano fatto crescere. Ora so che sono stati i ricordi a farmi diventare la persona che sono oggi, e anche se tuttora rivivo alcuni momenti con angoscia, mi rendo pienamente conto che grazie ad essi sono diventata una donna. E’ per questo che ritengo che la memoria sia un elemento importante della nostra vita; essa ci aiuta a riflettere, a meditare e a ragionare sul nostro passato, poiché ci si rende conto che è grazie ad esso che si arriva alla comprensione del presente.
Il presente... Quante cose potrei dire anche sul mio presente...
Oggi sono una donna affermata, lavoratrice, innamorata follemente di un uomo che è stato capace di entrare a far parte della mia vita con la sua determinazione, vorrei un figlio per dargli tutto quello che io non ho avuto dai miei genitori, e vivo costantemente di ricordi. Come potrei non farlo? Del resto la memoria è un sentimento incontrollato, ed ogni individuo impara a convivere con i propri ricordi. Quante volte non avremmo voluto rammentare un fatto in ogni minimo particolare, o, addirittura avremmo voluto cancellarlo? Spesso la nostra volontà desidererebbe ardentemente spazzare via immagini, suoni, parole dolorose; ma tutto questo fa parte della nostra vita, perché essa è una continua lotta, e la forza che ci serve per superare ogni ostacolo, la troviamo solo all’interno di noi stessi.
Scrivo cosi questa pagina sul mio diario per esprimere appieno le mie riflessioni, e forse anche per evitare che un domani queste cadano nell’oblio e nella dimenticanza.


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