Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza
Che cos’è la memoria?
Ogni libro, dizionario o vocabolario afferma che essa è una funzione generale
della mente, la facoltà di conservare e richiamare alla coscienza esperienze e
conoscenze passate, ricordi.
Ma che cosa rappresenta in realtà per ognuno di noi? La risposta non è molto
semplice ma ritengo che sia un qualcosa di molto più significativo, un concetto
più profondo, ciò che fa rivivere nell’animo il passato di ciascuno,
qualunque esso sia.
M ritrovo seduta alla mia scrivania, con la penna in mano, a riflettere
ininterrottamente sulla mia vita e su quell’interminabile sequenza di immagini
che riemerge dal mio passato e che mi tormenta ormai da molti anni. E’ notte
fonda, la casa è immersa nel silenzio, fisso il foglio bianco davanti a me, e
mi rendo conto che non so da dove cominciare. In realtà neanche io riesco a
capire fino in fondo il motivo che mi spinge a raccontare la mia storia (o
almeno una parte), a rivivere particolari momenti e determinate emozioni che,
anche se vissute molto tempo fa, sono ancora vive nel mio cuore. Che cosa si
può ottenere dissotterrando, riportando alla luce il passato? In questo momento
ho solo la certezza che mi farebbe bene raccontare soprattutto le sofferenze e i
dolori vissuti, se non altro per tentare di gettarmi finalmente tutto alle
spalle. Con questo non voglio dire che nella mia vita ci siano stati
esclusivamente dispiaceri, ma spesso ci rendiamo conto di quanto male abbia
potuto farci una certa situazione solo molto tempo dopo, e bisogna cercare di
non subire le conseguenze. C’è anche da dire che ho vissuto gli episodi che
sto per raccontare centinaia di volte nella mia mente; ormai sono incisi nella
memoria.
Potrei cominciare dalla mia infanzia, da fatti avvenuti molti anni fa. I ricordi
di quegli anni sono sostenuti da molte cose, come ad esempio una bambola
regalatami da mia madre il giorno di Natale all’età di quattro anni e una
foto ingiallita della mia famiglia.
E’ impressionante notare come ancora oggi mi vengano i brividi al riprendere
in mano questi oggetti; è come tenere tra le mani una parte della propria vita.
In quei periodi... beh, credevo di riuscire a trovare le parole giuste per
descriverli. Principalmente ricordo il rapporto con mio padre, se così può
essere chiamato: egli era sempre assente, mancava ad ogni festa, non ricordava
neanche un compleanno, non tentava mai di instaurare un dialogo con i figli, e
mi guardava con indifferenza, come se io non esistessi, con uno sguardo gelido,
distaccato, perso nel vuoto, privo di affetto. :"Devo andare a
lavorare": diceva sempre. Io lo osservavo uscire da quella porta, ed ogni
volta era come se mi cadesse addosso il mondo. Ricordo che egli non sopportava
la mia passione per la pittura e per l’arte: la considerava un modo per
perdere il tempo.
La mancanza della figura di un padre durante l’infanzia e l’adolescenza ha
segnato tutta la mia vita, come lo hanno fatto il dolore nel vedere mia madre
così chiusa e sottomessa al volere del suo uomo, e la tristezza nell’accorgersi
di far parte di una famiglia tanto disunita e fragile.
Se penso a mia madre, ricordo una donna insicura, ma ricordo anche come abbia
cercato, a suo modo, di volermi bene, perché si sa che l’amore tra una madre
e una figlia è eterno, anche se una delle due fa fatica a manifestarlo.
Fin dall’adolescenza ho dovuto imparare a vivere senza l’appoggio di un
nucleo familiare, e a reagire in ogni situazione nonostante il mio carattere
timido e insicuro. Durante questa fase sono riuscita a comprendere l’importanza
e la bellezza della vita, solo grazie alla mia cara amica Steffy, una ragazza
speciale, sempre con un gran sorriso in viso. Grazie alla sua gioia di vivere e
alla sua stravaganza riuscivo ad evadere dalla realtà, a navigare nella
fantasia e a provare a vivere di sogni. Devo tutto a lei, perché
incoscientemente e con grande naturalezza e ingenuità, mi ha fatto il più bel
regalo che ognuno di noi possa ricevere: l’amicizia.
Non posso dire che grazie a lei i miei problemi erano terminati, ma posso
affermare con convinzione che da quel momento io ebbi una persona a cui
riferirmi, di cui fidarmi ciecamente. L’amicizia che mi univa a Steffy, fu
anche un modo per cominciare a vivere la vita con un atteggiamento più aperto,
disponibile a nuove conoscenze, e desideroso di cambiamenti. Ormai stavo
crescendo e la mia curiosità verso il mondo aumentava di giorno in giorno.
Ricordo che in quel periodo i miei genitori si erano separati, ed io avevo
scoperto in mia madre una nuova donna. Era come se in qualche modo mi stessi
accorgendo di quanto le sofferenze mi avevano fatto crescere. Ora so che sono
stati i ricordi a farmi diventare la persona che sono oggi, e anche se tuttora
rivivo alcuni momenti con angoscia, mi rendo pienamente conto che grazie ad essi
sono diventata una donna. E’ per questo che ritengo che la memoria sia un
elemento importante della nostra vita; essa ci aiuta a riflettere, a meditare e
a ragionare sul nostro passato, poiché ci si rende conto che è grazie ad esso
che si arriva alla comprensione del presente.
Il presente... Quante cose potrei dire anche sul mio presente...
Oggi sono una donna affermata, lavoratrice, innamorata follemente di un uomo che
è stato capace di entrare a far parte della mia vita con la sua determinazione,
vorrei un figlio per dargli tutto quello che io non ho avuto dai miei genitori,
e vivo costantemente di ricordi. Come potrei non farlo? Del resto la memoria è
un sentimento incontrollato, ed ogni individuo impara a convivere con i propri
ricordi. Quante volte non avremmo voluto rammentare un fatto in ogni minimo
particolare, o, addirittura avremmo voluto cancellarlo? Spesso la nostra
volontà desidererebbe ardentemente spazzare via immagini, suoni, parole
dolorose; ma tutto questo fa parte della nostra vita, perché essa è una
continua lotta, e la forza che ci serve per superare ogni ostacolo, la troviamo
solo all’interno di noi stessi.
Scrivo cosi questa pagina sul mio diario per esprimere appieno le mie
riflessioni, e forse anche per evitare che un domani queste cadano nell’oblio
e nella dimenticanza.