Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza
-...E se invece andassimo là? Ricordi Carol?
Quando avevamo 11 anni, avevamo nascosto il più grande simbolo della nostra
eterna amicizia sotto quella grande quercia. Eravamo due bambine spensierate
piene di sogni, di speranze e credevamo che la vita sarebbe stata un bellissimo
film privo di scene di sofferenza e dolore... ora siamo cresciute e abbiamo
compreso molte cose condividendo l’intera esistenza... però, in fondo nel
cuore siamo le stesse sognatrici di allora, le stesse amiche legate da un
sentimento tanto profondo che mai nulla sarà in grado di distruggere. Perché
allora non rinnovare le stesse emozioni e le stesse sensazioni di quattordici
anni fa?
- Sai Sharon, spesso penso a quando ci conoscemmo in quel parco giochi, tu
piangevi, eri disperata perché un bambino ti aveva portato via la
bambola cui eri tanto affezionata e io, col sorriso sulle labbra, ti porsi la
mia affinché giocassimo insieme. Improvvisamente ti asciugasti le lacrime che
ti rendevano lucidi gli occhi e mi ringraziasti. Fu quel giorno che tutto ebbe
inizio, fu quel giorno che le nostre vite cominciarono ad intrecciarsi. Otto
anni dopo decidemmo di giurarci amicizia eterna proprio sotto quell’enorme
quercia e penso sia giunto il momento di rinnovare tale giuramento.
Era l’alba di una giornata di primavera, quando le due ragazze si recarono nei
pressi di un piccolo paesino montano per intraprendere una passeggiata fra
sentieri tortuosi, con lo scopo di raggiungere l’immensa distesa verde, nel
bel mezzo della quale si ergeva la grande quercia. - Guarda Sharon! Il nostro
albero! Forza corri!
- E’ stupendo, proprio come allora. Il silenzio della montagna, l’aria
fresca che ti accarezza la pelle, il cinguettio degli uccellini, il lieve
profumo dei fiori appena sbocciati che popolano i prati, e infine l’albero che
con la sua enorme chioma sovrasta la distesa erbosa. E’ piacevole riprovare un’emozione
incomparabile!
- E’ fantastico, ma siamo venute fino a qui per il nostro "tesoro,
perciò cominciamo a scavare!... Eccolo Sharon eccolo! L’ho trovato!...
Guarda, le foto dello zoo! Avevi molta paura delle tigri: rimanevi distante
metri dalle gabbie e se fissavano i loro occhi su di te, tu cominciavi a
piangere e ti nascondevi sempre dietro alla gonna di tua madre...
- Bè se non ricordo male tu eri quella che invece rifiutava sempre di provare a
dare l’erba ai cavalli... credevi che avrebbero mangiato la tua mano... Ehi,
queste foto invece riguardano quell’estate in cui ci siamo tanto divertite al
mare...
- Non dimenticherò mai quel giorno in cui immergendoci vedemmo tutti i pesci
multicolori e dalle più svariate specie venirci incontro, ne eravamo circondate
e pareva di trovarsi in paradiso...
- Quanti bei ricordi, ma quello che stavamo cercando non l’abbiamo ancora
trovato...
- Questo lo dici tu... guarda qui, Sharon! Non è forse questo il nostro
giuramento?
Le due amiche lessero la lettera che avevano firmato con i loro nomi, in cui
giuravano di essere grandi amiche per l’eternità, e si abbracciarono.
Decisero di rinnovare il patto di amicizia e, dopo aver posto la lettera nella
busta, la riposero nella cassettina di legno contenente tutte le foto più
significative della loro infanzia, infine, seppellirono nuovamente il
"tesoro".
Ben presto, durante il pomeriggio, il sole cedette il suo posto ad una
"mandria" di nubi oscure che ricoprirono interamente la sfera celeste.
Subito iniziò a piovere sempre più violentemente, e la pioggia era talmente
fitta che per Sharon e Carol fu una grande sfida tornare al paesino montano
attraverso quei sentieri ricchi di fango e sassi, sui cui si poteva scivolare
facilmente, che resero la loro discesa ancora più pericolosa.
Sharon, intenta a parlare con Carol, si distrasse e scivolò su un sasso
sbattendo violentemente il capo e riportando una ferita piuttosto profonda.
Carol a quel punto sprofondò nel panico... era rimasta sconvolta nell’osservare
la ferita sanguinante e il corpo ormai privo di sensi. Non sapendo cosa fare per
aiutare l’amica, cominciò a piangere e a chiedere aiuto gridando
disperatamente. Tutto d’un tratto si mise a correre, cadde numerose volte ma
si rialzò sempre con grande forza, spinta dal desiderio di salvare la cara
amica. Raggiunse il paesino e riuscì ad ottenere soccorsi immediati per Sharon.
Quest’ultima fu ricoverata nell’ospedale più vicino: la diagnosi prevedeva
un trauma cranico molto rilevante, impossibili da stabilire le
conseguenze ma sicuramente avrebbero portato dei cambiamenti nella vita della
giovane venticinquenne.
Tre giorni dopo l’incidente Sharon aprì gli occhi e vide una sagoma che poco
alla volta cominciava ad avere un volto, lineamenti ben definiti, un corpo
visibile, ma non capiva chi fosse e perché la stesse osservando in posizione
statica con le lacrime agli occhi. Cosa o chi stava cercando in quella stanza?
- Ciao Sharon, come ti senti? Hai avuto un incidente e forse non lo ricordi
nemmeno, ma ora sei salva... sono rimasta qui con te per tre giorni ad attendere
che aprissi gli occhi, ed ora finalmente li hai aperti...
- Incidente? Mi fa male la testa... ma chi è Sharon e chi è lei?
- Sono Carol, la tua più grande amica... come puoi non ricordare nemmeno
questo?
- Come posso ricordare chi sei tu se non so nemmeno chi sono io? Io non ricordo
nulla, ho in testa il buio più totale, non ho ricordi, esperienze, certezze...
solo un enorme vuoto e moltissime domande che mi affiorano alla mente.
E dicendo questo scoppiò a piangere. Aveva perso la sua identità insieme alla
memoria, aveva perso venticinque anni di vita.
L’esistenza aveva cominciato ad essere per lei priva di un senso e
insignificante a tal punto che rimpiangeva di essersi svegliata in seguito all’incidente.
Fu proprio in questo clima di confusione, disperazione e sofferenza che Carol si
riavvicinò all’amica standole vicino e cercando di aiutarla a ricostruire il
suo passato.
Sharon riuscì a riacquistare fiducia in se stessa e soprattutto in Carol, e ad
acquisire una grande certezza: Carol era davvero la sua più grande amica
e lo sarebbe stata per sempre perché loro due per qualche strana ragione erano
legate profondamente.