Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza

Premio Letterario “Federico Ghibaudo”
Premio Speciale Giuria


“LA POZZANGHERA”
Chiara Di Marco - 1a G


Parlo con te, Falsità!
Forse non ti ricordi neanche di quell’anno passato insieme,
o per meglio dire, nella stessa classe.
Certo, ormai è una cosa finita,
fa parte dei ricordi,
ma tu... tu sei ancora falsità!
Sei l’opposto di me;
io ho il coraggio di parlarti,
in questo modo, senza pudore, davanti a tutti.
Tu che cosa facevi?
Ti fingevi mia amica e poi...
mi hai deriso,
mi hai allontanata da tutti,
hai disprezzato il mio nome,
mi hai chiamata "la diversa"
ma diversa da chi?
Diversa da te!
Sai, ero orgogliosa di esserlo!
Mi vantavo con le persone che sapevano ascoltarmi
di non essere uguale al gruppo,
alla massa che comandavi come tanti burattini!
Ero "la diversa" certo.
Ma l’ipocrisia,
la paura
non ti ha mai portato a dirmelo in faccia,
a guardarmi negli occhi.
Capisco solo ora perché lo hai fatto.
Io avevo degli ideali,
avevo coraggio,
e sicuramente non ti avrei mai seguito
solo perché eri la gallina più bella del pollaio.
Ti difendevi solo così,
spettegolando,
eri contagiosa;
persino le mie migliori amiche mi avevano emarginata,
E tu non sai quanto ho sofferto;
quante notti a piangere sulla foto di classe;
quanti giorni persi per tentare di parlarti,
fino a quando un giorno non mi trovai in un vialetto...
Un vialetto colmo di pozzanghere
create da una pioggia intermittente.
Chiusi l’ombrello;
a che mi serviva?...
sarei tornata a casa un po’ bagnata...
e allora?
Sentivo il dolce tintinnio dell’acqua;
sai, non l’avevo più fatto
da quando sono diventata "grande"
Com’era bella quella musica
prodotta dal nulla delle nuvole,
dall’invisibile vento,
dal rimbalzo delle stille sui tetti,
e dal lacrimare delle foglie.
Avanzai a passo lento,
e i miei sensi si abbandonarono
in una danza spinta dal soffio del gelido inverno.
Avevo capito che troppe volte
mi ero riparata dagli ostacoli,
gli ostacoli della vita,
aggirandoli,
senza superarli mai,-
poiché l’incertezza incombeva,
e come in una pozzanghera,
avevo il timore di sporcarmi di fango.
Da quel momento, compresi che con la mia volontà
e la mia voglia di vivere,
sarei riuscita a spiccare salti
che mi avrebbero fatto sconfiggere
ogni tipo di contrarietà.
...
ed oggi...
ciò che provo per te non è più astio,
non nutro più rancore per quello che è successo.
Vorrei solo rincontrarti,
e ricominciare, AMICA MIA,
come l’onda sulla spiaggia
trasforma i vecchi passi
e ne crea di nuovi.


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