Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza

Premio Letterario “Federico Ghibaudo”


“BUGIA DI UN VECCHIO SOGNATORE”
Davide Papasidero - 2a F


Il regalo più bello che mio nonno mi ha fatto è un sogno. Quello di riuscire a far scorrere le mie dita sul pianoforte in presenza di un vasto pubblico suonando un "notturno" di Chopin, il compositore da lui prediletto, e nel contempo stupirlo, estasiarlo.
Fin da bambino ricordo, mi confessava spesso il suo rimorso per l’occasione sfumata nella sua gioventù a causa di una fatalità, di realizzare quello stesso sogno: ripeteva di aver voluto continuare a studiare, con determinazione e tenacia; diceva che un giorno, finalmente, fosse riuscito ad avere il permesso di suonare in un teatro, uno tra i più importanti (sul nome del quale, però, non ha mai aperto bocca) il SUO concerto, quello da lui tanto aspettato, tanto bramato.
Nonostante ciò, rivolgendosi a me con uno sguardo sognatore, mi diceva (ripetendo ogni qual volta iniziasse la narrazione, con queste esatte parole): "ma il mio sogno si infranse contro una barriera invalicabile, proprio dinanzi alla porta in cui solo i migliori entrano".
Stando al suo racconto, infatti, egli si ferì gravemente lavorando, solo alcuni giorni prima dell’atteso evento; perse così tre dita della mano destra e il suo progetto andò in fumo.
Questo fu il motivo per cui, a circa 9 anni di età, intrapresi la via che mi avrebbe condotto, in un momento futuro, distante anni, nel quale avrei potuto mostrare davanti a tutto il mondo il concretizzarsi di una vita di sogni, del sogno di una vita.
Così migliorai, col tempo e con l’ingegno, mostrando passo a passo i miei progressi a mio nonno; continuai imperterrito ad impegnarmi.
Trascorsi pochi giorni dalla sua morte, avvenuta il 10 di questo mese, triste giorno di questo triste aprile, sono venuto a sapere dai miei genitori che il nonno aveva perso le dita della mano durante la guerra, per colpa di una granata esplosa prima del previsto, un grande sconforto ha avvolto la mia mente: la sua storia era una menzogna, un’invenzione, una BUGIA.
L’aveva a me propinata, proprio come il venditore di caramelle cerca, riuscendo in pieno nel suo intento, di vendere la sua mercanzia agli ingenui bambini; bambini che abboccano all’esca di un astuto pescatore, come gli ottusi pesci. Così son stato io.

Oggi, 15 aprile, data del MIO concerto (che credevo fosse anche di qualcun altro... ), a 26 anni "suonati", fidanzato da due, è il giorno della rivalsa, della rivincita.
Le mie dita scorrevano sulla tastiera del piano. Gabbiani in cerca di una preda. Il pubblico è attonito, commosso, stupefatto.
Il "notturno" è terminato (persino Chopin sarebbe fiero di me). Solo ora capisco che probabilmente ho compiuto ciò che mio nonno realmente avrebbe desiderato per se. Ora ho vinto la battaglia di una intera esistenza (forse invano? forse insignificante?). Ora posso afferrare quella invisibile maniglia, e valicare la porta in cui solo i migliori possono entrare.


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