Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza
"Se
fosse una storia sarebbe ambientata sul lungomare di una spiaggia lunghissima.
Una spiaggia senza inizio e senza fine. La storia di un uomo che cammina lungo
questa riva e forse non incontra mai nessuno. Il suo sguardo si sofferma ogni
tanto ad osservare qualche oggetto o frammento portato dal mare, le impronte di
un granchio, un gabbiano solitario.
Il paesaggio è sempre la sabbia, il cielo, qualche nuvola, il marte. Cambiano
solo le onde, sempre uguali e sempre diverse, più piccole più grandi, più
corte, più lunghe."
Questo il commento di Ludovico Einaudi, compositore e pianista contemporaneo,
riferito ad una sua opera intitolata "Le Onde".
Onde, che come la vita, ti accarezzano, ti lambiscono, a volte placide, a volte
impetuose, le puoi vedere, le puoi toccare ma un istante dopo non ci sono più,
scivolate fra le dita, e sei conscio che la prossima non sarà mai la stessa.
Il cielo della vita è come una spiaggia che nella nostra percezione sembra non
avere ne inizio, ne fine; e forse è proprio così! Infatti, quando un'onda si
infrange, nasce il ricordo di essa, e continua ad essere accanto a chi l'ha
vissuta.
Ed è proprio quello che una persona ha lasciato ciò che non sarà dimenticato
e continuerà ad esistere, come ci hanno insegnato Goethe, Von Chamisso ed
infiniti altri, con i rispettivi Faust e Peter Schlemil.
Quest'ultimo, venduta l'ombra per la ricchezza è costretto a vagare, esiliato
dal taboo della sua civiltà: l'ombra rappresenta l'anima, la carta di
identità, il ricordo di una persona.
Anch'io, che non ho avuto l'occasione di incontrare il giovane al quale è
dedicato questo momento di riflessione, sono contento ed emozionato di poter
contribuire a perpetuare il ricordo di Federico.
E forse, camminando per una spiaggia senza inizio, senza fine, ne incontrerò
l'onda.