Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza
Il vento
scorreva lungo il sentiero del bosco con un sibilo acuto, come un sospiro
leggero, un brivido innaturale avvolgeva tutte le creature al risveglio
mattutino.
Il carro del sole si era alzato tardi quel giorno, e la brina copriva ancora i
campi e il sentiero, una coltre di nebbia avvolgeva i corpi degli alberi e li
rendeva ombre scure immobili, guardiano immortali del mondo silvestre.
Il sacro equilibrio del mondo fu spezzato.
Un'ombra mostruosa si mosse tra i guardiani, schiacciò con un rumore aspro il
sentiero luccicante d'argento, emetteva un fischio acuto che dominava il vento.
Poi l'ombra scappò dalla coltre, e l'anima del bosco tornò al suo equilibrio
instabile; aveva perso una parte della propria purezza e attese il suo
ritorno...
"Che bella giornata! Oggi l'aria ha uno strano odore, sembra che quest'anno
i fiori stiano già cominciando a sbocciare. Maledizione, è meglio muoversi se
voglio arrivare in tempo."
Pensando ciò il ragazzo scarpagnava per il sentiero, le sue scarpe
scricchiolavano sul terreno irregolare coperto di rametti brinati, fischiettava
allegro sotto i raggi del sole.
Dopo pochi minuti giunse alle prime case del paese, sulla strada asfaltata il
suo passo si fece più spedito, attraversò la piccola piazza davanti alla
piccola chiesa e arrivò di fronte alla piccola stazione.
Il treno si preparava a partire, un nero fumo usciva dalla locomotiva, il
capotreno incitava i passeggeri a salire in carrozza, il giovane salì con un
balzo sull'ultimo vagone e lì cominciò la sua vita.
Il suo cuore si fermò in quell'istante di quella mattina sulla carrozza di quel
treno, quando i suoi occhi videro ciò che non può essere descritto dal più
grande dei poeti, ciò che non può essere dipinto dal migliore degli artisti,
ciò che non può essere adorato dal più devoto dei profeti.
Una fiamma balenò negli occhi del giovane, un brivido freddo percorse la sua
schiena, un calore intenso invase le sue membra, e tutto questo alla vista di
una semplice donna.
Il mondo intorno a lui si offuscò, i minuti passarono, le cose cambiarono, il
treno si mosse verso la sua destinazione, il giovane scese e percorse la propria
strada.
Luce. Suono. Ancora luce.
Una raffica incessante di lacrime cadeva dalle nuvole nere che si erano
raggruppate al di sopra del bosco. Il vento scuoteva gli alberi, i rami più
piccoli si spezzavano e stramazzavano a terra. Il cielo era tagliato da lampi di
luce e scosso da sonori rombi. Il terreno si impregnò dell'acqua piovana e
divenne una massa infetta di materia impura.
L'ombra tornò, e si confuse tra le ombre del mondo.
Ma l'ombra era diversa, cambiata, tormentata, il suo passo era veloce, il suo
corpo bagnato e sudato. Ma come può un'ombra avere un corpo?
Sì, era un corpo, incompleto ma un principio di corpo. C'era solo il cuore, e
il suo battito era sovrastato dalla tempesta.
Il giovane correva per il sentiero sotto la pioggia primaverile, il fango
schizzava i suoi vestiti, e i lampi illuminavano il percorso.
Arrivò alla stazione con gli abiti inzuppati, sul suo viso correvano gocce di
pioggia come lacrime, ma in realtà il ragazzo era felice, ansioso; sulla
banchina c'era solo lei, quella fanciulla, quella fonte di speranza, amore e
anche timore.
I due si guardarono negli occhi, il resto del mondo si allontanò e divenne un
dettaglio, si persero l'uno nell'altra, si legarono in un vincolo immortale e
indivisibile, per un momento dimenticarono i dubbi, le paure, le incertezze e
diventarono una cosa sola.
Non servirono mille parole; le parole sono un dettaglio, un mezzo, un tramite
per connettere persone distanti, diverse, nemiche.
Un vero contatto si stabilisce con sguardi, gesti, emozioni. Si conobbero così,
come anime impure si unirono e divennero un essere solo.
Deboli raggi di sole spezzarono la nera barriera di nubi, illuminarono la coppia
che in quel grigio giorno di pioggia si era incontrata nel mondo.
I due amanti andarono nel bosco, si rifugiarono tra gli alberi, non per
nascondersi dalla vita ma per scoprirla.
Il bosco tornò alla sua purezza, l'ombra divenne corpo, e una nuova vita fece
la sua comparsa.
Si guardarono, si presero per mano, si dissero"Ti amo".
Bastarono queste semplici parole, dette in quel momento, con quel tono, con
quella espressione, per comunicare la più grande emozione.