Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza
Notte.
Stella.
Luna.
Svegliato da un brulicar verace
Felpato, mi porto in cucina
Lontana è ancora la luce del mattino
Apro il frigo che ahimè langue
Pupazzo di neve lasciato inerme
Esangue
Nessuno ha provveduto a lo riempir
Giace solitario un vasetto d’acciughe
Posto fra l’abisso e la luce
A tenergli compagnia
Qualche uovo e formaggio di fattoria
Veloce lo afferro lo guardo lo stappo
Annuso
Solida è la patina
La forchetta è fermata
Lascio intristito il vasetto
Mi avvicino alla finestra
La falce splende nel cielo
La gente dorme.
Mi lascio sfiorare
Memore del detto.
Nella luce della notte ci sguazzo
Come diceva il grande vecchio nero
La vita della notte
Non è una bella vita
Ma è la mia vita.
E allora luna
Non sparire questa sera
Lasciati contendere fra innamorati e lupi
Fra canzoni e sussurri
Luna non farti oscurare dal sole
Sciogli queste acciughe
Resta meta irraggiungibile
Luna non tramontare
Domani c’è la versione.
Piove.