Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza
Corre la gazzella fuggendo dal leone,
corre il pendolare per prendere il treno,
pur ignorando del padre il sermone,
corre sul motorino dimentico del freno
il ragazzo isolato da cuffie e canzone;
volti a raggiunger quale luogo ameno?
La salvezza, la carriera, il dovere
l’istinto, la bramosia o il piacere?
Per tutto ciò gareggia l’atleta
che fa della fatica il proprio diletto
per inseguire una vaga cometa
oggi alle sei era fuori dal letto.
Veder gli avversari arrivare alla meta
solleva il pensier di essere inetto,
la fitta al cuore la scambia per ira
verso colui che è lì che l’ammira.
Forse che quello s’aspetta una festa?
Si disilluda! Non è per lui quella al traguardo.
Percorre abulico il tratto che resta,
la vergogna lo copre con rosso stendardo.
Immagina d’udir: “Tagliategli la testa!”
e vorrebbe fuggire come un codardo;
si sente alieno come un ago nel pagliaio,
perso come Alice senza cappellaio.
L’atleta guarda il risultato sì scarso
il pendolare l’ora del treno posteriore
il ragazzo il pedone dal nulla apparso.
Anche oggi ha deluso il suo allenatore
già ieri il capo di grida l’ha sparso
domani sarà il biasimo paterno maggiore.
Esser stimato sembra di sconforto per chi langue
ma ne trarrà consolazione.
Per oggi solo la gazzella verserà il suo sangue