Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza
Pochi conoscevano il suo nome
ché poco lo si notava per le strade.
Fu egli un grande imprenditore
ma solo e avulso ei viveva.
Passava un giorno tra venusti paesaggi di montagna
guardando fiso le amene vallee e quella giuliva armonia
circonfuso da una dolce brezza.
Quando rivolgendo a un tratto lo sguardo innanzi
alla strada che saliva
ravvisò la sua vita.
Indi scomparvero all’improvviso i monti e le vallate,
solo la strada, in mezzo al nulla.
Per tutta la vita percorse quella strada guardando avanti
di corsa, di corsa
per arrivare quanto più lontano e più in alto
e non si era unquemai fermato
a dimandarsi ove fosse giunto,
chi seco corresse.
Non conosceva il core sì dolci colori e armonie
che si sublimano a un tale concento
dacché vedere poté solo il nero della strada
e mentre correva il cuor suo come vino
acetiva che piglia la punta
e come ammaliato correva sempre più.
Capì che in tal guisa non aveva ei nel cor miniato alcun
ricordo particolare, il che l’alidiva, l’accorava
e l’algeva fredda tristezza.
Dietro di sé, la via
longinqua nel nulla perdevasi.
L’alma come vento brumale il diro pensier gli premeva
quale nessuna a sua rovinosa vanagloria triaca fia possibile.
Già vecchio e smagato sentiva
in cor di pensieri e nell’alma tersa
come nero nembo un accorrere
nericante nubilitade che lo conquideva
aver percorso con sugliarda fretta si dolce via
inutile vita aver vissuto.
Giacché non più era in istrada
ma su un tacito rio, ormai prossimo
alla foce.