Liceo Scientifico “Paolo Frisi” - Monza
Correre
fuggire in remota
longinqua terra dove sono soltanto celesti
voci e giuliva requie
l’invidia e quest’adro crepore declivo
di morato pianto non guari meno che scava ad imo.
Oh come dolce sarebbe correre tra’ fiori odorosi
con te, dolce come l’olezzo
di fiore che’l mio cuore
di cilestra gioia invade.
Ma tu sorda e cieca
non vedi il prato versicolore
non senti tu il frate cinguettio d’augelli;
a te il mio richiamo non giunge.
Correre tu più non sai.
Duro è il tuo cuore
il tuo animo diro
come fuoco assassino.
Grave, afro pando la longanimità
di mia adustione
ormai anche me impedisce di correre.
Il mio cuore parvificato da sì grave fardello
quale mia conturbagione
è labile foglia
al tramonto prossima.
Volea partir per nuova terra
ma non fia nel mio cor unqua nessuna amenità
se tu a me vicino non corri.
Stringo il mio cuore, già spezzato virgulto rimaso
e in tal guisa mi frango.
Ma tu, dolce cuor spietato, non vedi
nemmeno il mio occaso.